Cristiani vittime di rapimenti e omicidi. Dal canto loro i cristiani di Knayeh e Yacoubieh vivono rintanati in casa terrorizzati. “La paura è enorme per le nostre comunità già povere – dichiara il frate -. Gli aiuti non arrivano come un tempo e sono iniziati i rapimenti non conosciamo gli autori di questi crimini, se siano semplici malviventi o membri delle milizie che controllano la zona. Alcuni giorni fa è stato rapito il nostro avvocato e la famiglia ha dovuto sborsare circa 50mila dollari per il suo rilascio. Una cifra enorme”. Anche padre Hanna ha vissuto l’esperienza del rapimento: venne prelevato da miliziani del fronte Jahbat Al-Nusra, nell’ottobre del 2014, con 16 parrocchiani. “Dopo diversi giorni sono stato riportato al mio convento di Knayeh”, ricorda il religioso.
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Immagine di miliziani di Jaysh al-Badia, membri di Hurras al-Deen, che entrano in combattimento con una bandiera con il logo di “Al-Qaeda”
Comité Valmy, 13 settembre 2018
Traduzione in italiano di Gb.P.
La complessità del dossier Idlib legata alla molteplicità delle interferenze regionali e internazionali, ai conflitti di interesse tra i belligeranti e all’escalation dei combattimenti raggiunge una nuova dimensione in relazione alle organizzazioni armate sul terreno; queste ultime stanno considerando la loro integrazione in organizzazioni meglio dotate di mezzi militari e materiali, come il Fronte di Liberazione Nazionale [al-jabhat al-watania lil’tahrir] sostenuto dalla Turchia, il Fronte al-Nusra e l’Organizzazione dei guardiani della religione [Tanzim Hurras al-Dine] tutti ideologicamente legati ad Al Qaeda.
Per quanto riguarda il Fronte Al-Nusra, avendo la Turchia alla fine accettato, sotto la pressione dei Russi, di collocarlo nella sua lista delle organizzazioni terroristiche, per un ultimo tentativo di separare i cosiddetti gruppi armati “estremisti” dai gruppi suoi alleati che essa descrive come “moderati”, molti dei suoi combattenti saranno indotti a cercare la loro salvezza unendosi al Tanzim di Hurras al-Deen [THD]; un’organizzazione nata nel febbraio 2018.
Una tempistica che spinge qualsiasi osservatore della situazione siriana a interrogarsi sulle ragioni e sugli obiettivi della creazione di questo secondo braccio armato di Al-Qaeda in questo ultimo “quarto d’ora” della guerra in Siria. Domande le cui risposte derivano dall’osservazione dei conflitti tra i gruppi armati dentro Idlib che riflettono, in primo luogo, gli interessi contrastanti degli Stati che li sostengono e la necessità di creare un sostituto per il Fronte al-Nusra per il recupero dei suoi leader in caso di un accordo sulla sua eliminazione. Da qui il ruolo svolto dalla CIA nell’emergere del THD, che è stato schierato nelle aree precedentemente invase dall’organizzazione Jound al-Aqsa [I soldati di al-Aqsa] notoriamente sostenuta dagli Stati Uniti prima che fossero costretti a metterla nella lista delle organizzazioni terroristiche; specialmente nel nord della provincia di Hama e in alcune zone intorno a Sarmine, vicino alla città di Idlib.
Da notare che il THD si è rivelato più generoso dell’organizzazione Jound al-Aqsa, offrendo stipendi di 200.000 Lire siriane e che il suo finanziamento, di origine oscura, passa attraverso le banche kuwaitiane che sono sotto il controllo del sistema bancario statunitense.
È quindi molto probabile che presto vedremo aumentare l’attività dei ‘Guardiani della Religione’ THD a spese di altre organizzazioni armate, anche se l’accordo regionale e internazionale per eliminare il Fronte al-Nusra si è rivelato simbolico. A sostegno di questa tesi:
1. Lo sfruttamento da parte del THD della sua grande fedeltà ad al Qaeda e il reclutamento di nomi diventati famosi sul campo di battaglia, per meglio accreditarsi sul mercato dei finanziatori del takfirismo e dei sostenitori preoccupati di farlo tornare al suo glorioso passato, in Siria. Tra queste celebrità: Abu Hammam al-Shami, soprannominato “Abu Hammam al-Askari”, che ha preso il comando del THD; l’ex comandante militare di al-Nusra, Samir al-Hijazi; il giordano Iyad Tubas, espulso dalla Siria meridionale due anni e mezzo or sono, soprannominato “Abu al-ourdouni Julaybib”; Bilal Khreissate soprannominato “Abu Khadija al-Urdini”; questi ultimi due hanno contribuito ad attrarre la corrente salafista giordana e altre correnti salafite dei paesi del Golfo. In questo, i ‘Guardiani della Religione’ mostrano l’immagine che si vuole dare: quella di un’organizzazione che ha rifiutato la separazione di Al-Nusra da Al Qaeda, ha formato un corpo militare indipendente, ha dichiarato la sua fedeltà ad Al Qaeda e agisce sotto la sua direzione e secondo la sua dottrina.
2. Il reclutamento del maggior numero di combattenti stranieri e locali possibile, in modo che il THD abbia un peso importante nel nord del paese. Infatti, dal suo inizio il THD ha raccolto circa 9.000 combattenti [e quindi, tanti combattenti terroristi a Idlib quanti sono i combattenti statunitensi nella Siria nord-orientale] cifra che dovrebbe triplicare e persino quadruplicare in base alle previsioni grazie al suo finanziamento e al suo coordinamento. Tra queste reclute troviamo ex di Daesh (ISIS) che erano stanziati a Idlib, oltre a noti terroristi che hanno preso parte ai combattimenti in Iraq e in Afghanistan, dove hanno acquisito grande esperienza nei combattimenti e probabilmente nella raccolta di informazioni; abilità che possono rafforzare i suoi legami con la leadership centrale di Al-Qaeda ed estendere la sua rete di contatti a diverse sezioni dell’organizzazione terrorista.
3. L’esasperazione delle tensioni militari e politiche a Idlib: alcune fonti indicano che i servizi segreti statunitensi cercano di riunire tutti gli estremisti arabi e stranieri all’interno del THD al fine di raggiungere diversi obiettivi:
• Trasferire la maggior parte di queste reclute in quello che chiamano “Ard al-Tamkin” [la Terra del Califfato] in Libia e sul Sinai egiziano, per riciclarle poi in nuove battaglie.
• Logorare il più possibile l’Esercito Arabo Siriano nella battaglia imminente di Idlib, partendo dal principio che gli adepti di THD sono estremisti e stranieri con fede nella dottrina della morte, non interessati nel processo di riconciliazione.
• Tirare il tappeto sotto i piedi dei Turchi minando il loro ruolo nei colloqui di Astana e privandoli della carta del Fronte al-Nusra, da un lato; e torcere loro il braccio costringendoli a sottomettersi di fronte al rischio di attacchi terroristici di THD all’interno del loro territorio, dall’altro. In quest’ultimo caso, possiamo dire che Washington e Riyad sarebbero i primi beneficiari.
Quindi è chiaro che nell’ultimo quarto d’ora della crisi siriana vedremo tutti i tipi di eventi drammatici con il ricorso a tutte le possibili mosse contorte, come le accuse sull’uso di armi chimiche da parte dell’Esercito Siriano, come si sta sbandierando al momento, al fine di giustificare una conseguente probabile aggressione straniera e cercare di salvare quelli che possono salvare tra gli estremisti armati, evacuandoli attraverso “corridoi sicuri” verso altri campi di combattimento .
Pertanto, probabilmente non sarà una sorpresa concludere che quando Staffan de Mistura – inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria – riduce il numero di terroristi nella provincia di Idlib a 10.000 [Consiglio di sicurezza del 7 settembre 2018] e propone di offrirsi personalmente ed andare lì egli stesso per assicurare un corridoio di uscita… tende a servire lo stesso progetto:
“Probabilmente ricorderete l’orribile periodo ad Aleppo, quando i combattenti di al-Nusra rifiutarono la mia offerta di accompagnarli fuori dalla città … e alla fine partirono per Idlib. Per questo abbiamo perso almeno due mesi e migliaia di persone sono morte … Quindi, ancora una volta, sono pronto a impegnarmi personalmente e fisicamente. Questa volta con la cooperazione del governo [siriano] poiché esso controlla le aree circostanti. Sono pronto a fornire un corridoio umanitario temporaneo in modo che i civili possano partire e tornare a casa incolumi quando tutto sarà finito “[*].
NdT Comité Valmy : Ci ricordiamo in particolare signor de Mistura, la sua proposta di un “blocco dei combattimenti” ad Aleppo, seguita da quella di creare “commissioni locali per terroristi” nelle parti orientali della città. Come dimenticare? Oggi Aleppo, liberata dai terroristi, ma non ancora dalle loro bombe, vive di nuovo. E’ fuori questione che il governo siriano le consenta di farla di nuovo sanguinare. Così come è fuori questione che Idlib e il popolo siriano debbano continuare a essere dissanguati sotto i colpi della diplomazia dell’ONU che si pretende umanitaria, ma certamente è inumana.
Mohammad Nader al-Oumari , Scrittore e ricercatore
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Il parlamentare siriano Fares Shehabi ha twittato le fotografie di quattro bambini rapiti dai terroristi Idlib dal quartiere di Zirbeh; rapimenti di giovani da parte dei jihadisti di Idlib erano iniziati alcune settimane fa, erano giovani accusati di voler aderire al processo di riconciliazione. I rapimenti sono aumentati negli ultimi 10 giorni e si sono espansi in villaggi della provincia di Aleppo, e in campi di sfollati vicino al confine con la Turchia. I bambini vengono rapiti da questi campi: da una stessa famiglia, sono stati prelevati 3 bambini. Il timore è che i bimbi verranno utilizzati per inscenare il prossimo false flag con immagini di bambini ‘gasati dalle armi chimiche di Assad’…
Piccole Note, 28 agosto 2018
John Bolton quattro giorni fa ammoniva il suo omologo russo: se Assad userà armi chimiche, gli Stati Uniti risponderanno attaccando la Siria.
Ancora le armi chimiche…Un monito che arrivava alla vigilia della battaglia di Idlib, ultima area della Siria (insieme al cantone curdo di Afrin) in mano alle forze anti-Assad, che Damasco vuol riportare sotto il suo controllo. Monito strano, ché non c’è alcuna ragione per cui Assad debba usare armi chimiche, stante che è l’unico modo per attirarsi contro le bombe degli Stati Uniti. Peraltro proprio ora che ha tutta la forza per portare a compimento quanto si propone, dato che può scagliare contro Idlib tutto il potenziale militare, ormai libero da altre incombenze,
Il 25 agosto i russi hanno risposto allarmati al Consigliere per la sicurezza Usa. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha dichiarato che il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (al Qaeda) sta “preparando un’altra provocazione attraverso l’uso di armi chimiche contro la popolazione civile della provincia di Idlib da attribuirsi alle forze governative siriane”. E ha specificato che sono stati portati “otto barili di cloro” nel villaggio di Jisr al-Shughur per “mettere in scena” l’attacco. Inoltre ha specificato che ad aiutare i miliziani jihadisti sarebbe “la compagnia militare britannica Oliva”, che avrebbe inviato in loco personale addestrato allo scopo.
Di navi da guerra e allarmiA seguito delle accuse incrociate per la Siria, e per il mondo, è scattato l’allarme rosso. Un incrociatore Usa armato di missili tomahawk si sta dirigendo verso la Siria. Mossa alla quale i russi hanno risposto inviando precipitosamente al largo delle coste siriane una vera e propria flotta, mentre Damasco ha diramato l’allerta generale. Ciò avviene mentre Teheran e Damasco siglano un accordo di cooperazione militare, che ha come conseguenza diretta che le milizie iraniane dislocate in Siria vi resteranno. Uno sviluppo del tutto indigesto a Tel Aviv, stante che da tempo Israele chiede il ritiro di tali milizie dal Paese confinante.
Insomma, improvvisamente la Siria è tornata nel mirino dell’Occidente. Cosa inattesa anche perché a metà agosto Trump aveva tagliato i fondi ai ribelli siriani, cosa che sembrava confermare le sue dichiarazioni sul disimpegno Usa dalla regione. Tutto ribaltato? Vedremo se l’allarme, che è reale, resterà tale o è preludio a una tempesta settembrina. Da notare che Idlib è controllata da milizie legate ad al Qaeda, alle quali si sono sottomesse le bande minori presenti nell’area.
Sono quelli delle Torri gemelle e di altre stragi consumate in terre d’Occidente. E l’Occidente si appresta a difenderli “dall’aggressore siriano”.
Siria: piano BSe qualcosa non vi quadra potete stare tranquilli: non è uno scherzo di cattivo gusto. È la follia neocon, che fa il paio con quella dei sanguinari terroristi che controllano Idlib.
Ciò avviene mentre si appresta, come scritto, la battaglia finale per Idlib, inevitabile dal momento che ad oggi la Turchia ha respinto ogni tentativo di risoluzione diplomatica della crisi. A quanto pare quanti hanno elaborato il regime-change siriano non si rassegnano.
Fallito il piano A resta il piano B: fare della Siria una nazione preda di una destabilizzazione permanente, ché tale sarebbe il destino del Paese se una regione restasse sotto il controllo del Terrore. E pur di non far evaporare anche questa seconda opzione sono pronti a rischiare una possibile escalation Usa-Russia, perché tale è la sfida lanciata da Bolton, che piuttosto che a Damasco, come avrebbe dovuto, si è rivolto al suo omologo moscovita.
Vedremo gli sviluppi. Oggi registriamo che l’Agenzia stampa ufficiale turca, Anadolu, non cita minimamente la criticità che pure interessa non poco Ankara. Segno che, nel segreto, fervono trattative. Speriamo.
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http://www.moonofalabama.org/2018/08/syria-sitrep-the-southwest-is-liberated-on-to-idlib.html
Ora pro Siria