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Documentario di Myrna Nabhan |
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In Gallia e altrove, lo zero non è un numero, è uno strumento e una rappresentazione del nulla. 23.000.000 di siriani nella mente di un occidentale o di un giornale sono 23 e sei piccoli nulla. Ma quando un uomo apre il suo negozio per vendere nulla per giorni, zero diventa un numero e non rappresenta più il nulla; rappresenta la fede e la speranza. (Septième Art et demi) |
di GAËLLE MOURY
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“Damasco, la città che non dorme mai è diventata una città che non dorme più “ |
traduzione dal francese di Gb.P.
di Janice Kortkamp
Qualche mese fa, ho subito un colpo duro per essere stata bloccata definitivamente da Twitter, e uno shock e stato per me anche assistere alla palese censura contro Alex Jones – no, non sono una sua estimatrice, ma era una voce indipendente contro lo ‘’Stato profondo’’ dei centri di potere – e uno shock vedere “l’ombra che vieta” agire contro molti buoni siti e ottime persone, uno shock sentire che Twitter ha appena sospeso Caitlin Johnston (ed altri)…
Peggio di tutto però è per me assistere alla morte lenta di Julian Assange – la sua salute non è buona –isolato dal mondo per aver osato rivelare “segreti” sulla corruzione e i crimini del governo degli Stati Uniti. Molti, per avere denunciato gli abusi del potere, sono stati imprigionati, hanno perso carriera e reputazione e spesso anche la famiglia, quando essa non è riuscita a sopportare la pressione.
Tanti militanti che denunciano le storture , tanti narratori della realtà, davanti alla crescente censura dei media main stream e di Internet contro le voci libere, si sono spostati su piattaforme alternative. Gli auguro il meglio, ma le ho visitate e ho constatato che si tratta di uno scambio tra persone già informate. Scoraggiante. Il mio obiettivo principale è cercare di raggiungere nuovi segmenti di pubblico tra la grande maggioranza che percepisce il marcio ma non ha tempo per indagare e documentarsi.
Non intendo asserire che noi siamo perfetti. Si tratta di questioni molto complesse e le nostre maniere non sono sempre impeccabili come chi sorseggia elegantemente un tè, quando proviamo, ad esempio, a denunciare i crimini e le bugie di coloro che hanno letteralmente ucciso milioni di persone in guerre giustificate con menzogne. Talvolta, siamo molto duri e usiamo un linguaggio ordinario, diretto, con l’intento di scuotere le coscienze in coma o, semplicemente, a causa della frustrazione che proviamo per le ingiustizie che si perpetrano.
So di amici che temono di condividere i miei post o anche di manifestare la loro approvazione con un “mi piace”, pensando che i loro impieghi governativi o le loro carriere potrebbero essere a rischio se lo facessero. Non li biasimo troppo – hanno ragione su questo – ma è ironico no? Si presume che l’esercito del nostro governo (ci è stato ripetuto ancora e ancora e ancora) stia combattendo per “proteggere le nostre libertà”, mentre le persone che lavorano per questo governo non hanno diritto alla libertà di parola: la più grande libertà secondo la nostra Carta dei Diritti.
Non si tratta di libertà aziendali, infatti. Di fare ciò che desiderano sui loro siti e piattaforme, perché molte società hanno ora il potere, l’influenza e la ricchezza di piccole nazioni. Non sto esagerando. La corporatocrazia, che controlla gran parte della nostra vita quotidiana , ha costruito sistemi che, ci dicevano, sarebbero state piattaforme libere e aperte. Ma queste corporazioni esercitano sempre più una censura che deve salvaguardare una certa narrazione governativa, e il connubio endogamico tra governo, multinazionali e mass media è davvero allarmante.
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in questo documento si spiega nel dettaglio in cosa consistono le sanzioni UE alla Siria |
Riprendiamo la testimonianza delle Monache Trappiste siriane circa l’impatto delle sanzioni sulla popolazione:
“Si sa benissimo che queste misure non colpiscono affatto chi è al potere. Le sanzioni colpiscono la gente, ed in modo durissimo… Niente materie prime per lavorare, niente medicinali, anche per le malattie gravi. Tutto carissimo, i prezzi degli alimenti sono arrivati a dieci volte tanto… Senza lavoro, in un paese in guerra, dilaga la violenza, la delinquenza, il contrabbando, la corruzione, la speculazione, l’insicurezza. Questi, sono i frutti delle sanzioni..
La gente non ne può più. “Benissimo, è proprio questo che si vuole con le sanzioni: esasperare la gente perché faccia pressione sul governo”.
Benissimo?? E CHI lo vuole ? .. OTTO anni di sofferenza della gente, anni di vita tirata con i denti… Provate a immaginare quanti sono OTTO anni per un bambino in crescita? Quanto importanti?
E’ possibile pensare di usare anni di sofferenza della gente per ottenere un risultato politico, strategico? mascherandolo poi come il bene vero della gente stessa? No, non è proprio possibile. E se non sappiamo trovare altri strumenti, allora siamo veramente indegni di chiamarci paesi democratici.. (cioè, paesi che dovrebbero avere a cuore le sorti del popolo !!!!)
E poi si continuano a mandare soldi, aiuti.. E di questo, va detto con sincerità, qui tutti sono davvero grati, perché l’Occidente sa essere, è davvero molto generoso. Voi stessi che leggete, sì, tante volte avete aperto il cuore.
Ma non è assurdo ? non sarebbe meglio creare lavoro, creare opportunità ? Fermare le speculazioni che aumentano a dismisura i costi ? Far ripartire la vita, ed investire in progetti? ”